lunedì 21 settembre 2009

Impatiens




 La Impatiens ovvero non mi toccare


Qualche anno fa, quando mia moglie ha piantato per la prima volta nel nostro giardinetto la Impatiens noli-me-tangere, una delle 700 specie del genere Impatiens, ho capito il motivo di tale soprannome. Un giorno, osservandone attentamente il frutto, che assomiglia ad una pera allungata, inavvertitamente l'ho sfiorato. Non lo sapevo che fosse deiscente e non tollerasse di essere toccato, pur con delicatezza. Quasi fosse "spazientito", ha aperto i suoi lati di scatto che, arrotolandosi, hanno proiettato verso l'alto i semi che mi hanno colpito in pieno viso. Così lo descriveva Erasmus Darwin negli Amori delle piante, evocando in quei semi espulsi violentemente i figli che Medea, secondo una leggenda estranea al mito, avrebbe lanciato dall'alto del carro dorato, sul quale si era involata, per punire Giasone risposatosi con la figlia del re di Corinto:

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4 commenti:

  1. Ottime le foto... come sempre!

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  2. Direi...spettacolare!Che fiore...oltre che meraviglioso anche interagente... :-)

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  3. Risposta a zucca e rosmarino. La verità? L'essere vivente "meno interagente" in natura è l'uomo del nostro secolo. Una volta, facendo educazione ambientale, una bambine disse: "Ho capito che il mondo è tutto attaccato". Poi questa frase divenne il titolo di un libro. Solo gli esseri più puri (e meno considerati!), come quella bambina, capiscono che il mondo esiste perchè c'è interazione. Io credo che uno dei mali del nostro tempo, è la non "interazione" tra gli esseri umani (o meglio, le interazioni sbagliate!), siamo diventati tutti delle monadi, ognuno è un mondo a se!

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