sabato 5 settembre 2009

Rosmarino (rosmarinus officinalis)

 
La rugiada del mare: il rosmarino
 Il rosmarino non è soltanto una delle erbe principali della festa del Precursore  http://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.pax?mostra_id=13041
usata insieme con l'iperico, la lavanda e la ruta per la cosiddetta "acqua di San Giovanni", ma una pianta che fin dall'antichità ha ispirato leggende, tradizioni e medicamenti miracolosi. Il suo nome latino, rosmarinus , lo apparenta strettamente al mare: secondo alcuni etimologi deriverebbe da ros , rugiada, e maris, del mare. Secondo altri da rosa e maris, e significherebbe "rosa del mare". Ma vi è anche chi sostiene che ros derivi da rhus, arbusto, arboscello: sicchè rosmarino significherebbe "arbusto del mare". In ogni modo il suo fiore azzurro rammenta proprio il colore dell'acqua marina. Nel linguaggio amoroso dei fiori evoca un cuore felice, e se lo si regala trasmette il messaggio: "Sono felice quando ti vedo".
      Secondo la tradizione ermetica è la pianta del terzo decano dei Gemelli e presiede alle mani e ai loro mali. Per questo motivo nei riti di purificazione le abluzioni manuali con soluzioni al rosmarino erano la condizione per ogni guarigione. Lo si usava anche nelle cerimonie religiose in luogo dell'incenso.
      Per gli Egizi era simbolo di immortalità, tant'è vero che usavano metterne una manciata in mano al defunto per facilitarne il viaggio nell'oltretomba. I Romani, invece, incoronavano con rosmarino le statuette dei Lari, geni familiari della casa.
      L'uso funerario dell'erba si diffuse in gran parte del mondo mediterraneo ma anche nel Nord, tant'è vero che una volta nell'Europa settentrionale si accompagnavano i morti al cimitero con un suo rametto in mano, mentre da noi si componevano le corone funerarie con alloro, mirto e rosmarino. Questa consuetudine è testimoniata anche da un proverbio siciliano:
Cc'è tant'ervi all'orti
E cc'è la rosmarina pi li morti!
La leggenda della principessa e del rosmarino
      In Sicilia si narra una leggenda apparentemente bizzarra e oscura. Una volta una regina sterile stava passeggiando nel giardino quando, vedendo una rigogliosa pianta di rosmarino, fu invasa da un'invidia irrefrenabile per i suoi numerosi rametti che le evocavano il simbolo della fecondità. Poco dopo si scoprì incinta, e al termine della gravidanza partorì una pianta di rosmarino che lei, intenerita, dopo averla battezzata Rosmarina, annaffiava quattro volte al giorno col proprio latte. Ma durante una visita il re di Spagna, suo nipote, rubò la pianticella e la sistemò in giardino alimentandola con latte di capra.

Nessun commento:

Posta un commento